Tradizioni romane: il mercato di PortaPortese

“È domenica mattina, si è svegliato già il mercato…” Cosi cantava Claudio Baglioni nel lontano 1972 per celebrare Porta Portese, una vera e propria istituzione a Roma, sopravvissuta alle mode e ai cambiamenti del tempo.

E’ senza dubbio il più famoso mercato delle pulci della città eterna, in cui è possibile trovare qualunque tipo di oggetto. Gironzolando e perdendosi tra le decine di banchi di abbigliamento, nuovo e usato, oggettistica proveniente da svariati paesi ed epoche, macchine fotografiche, cimeli militari, anticaglie, memorabilia, oggetti per collezionisti e modernariato, raramente si torna a casa a mani vuote.

La storia del mercato di Porta Portese

Ma quando e come nasce questo celebre mercato che si sviluppa per ben due chilometri nella zona sud di Roma, a pochi metri dal fiume Tevere?

Il nome di Porta Portese deriva dall’antica Porta Portuensis che, insieme al Ponte Sublicio, era il principale accesso alla regio Augustea di Trastevere e introduceva alla via Portuense che collegava Roma al Porto di Fiumicino (Porto di Traiano) già in epoca imperiale.
Il mercato invece nasce molti secoli più tardi, nel II dopoguerra, come appendice della borsa nera che si teneva nella vicina Campo de’ Fiori. Sulla via Portuense i romani, provati dal duro periodo bellico e in forti difficoltà economiche, cominciarono a vendere i loro beni, diventando così ben presto una vera e propria istituzione regolamentata dalle amministrazioni comunali.

Con i decenni, pur rimanendo collocato sempre nella stessa via, il mercato è andato incontro a grandi cambiamenti culturali. Agli italiani si sono via via succeduti generazioni di immigrati provenienti dai punti più disparati del globo: russi, africani, cinesi, indiani e polacchi hanno cominciato ad esporre i loro oggetti sui banchi, contribuendo a rendere Porta Portese uno dei mercati più multi-etnici d’Europa.

Punto di riferimento per romani ma negli ultimi anni anche meta prediletta dei turisti, sicuramente negli ultimi decenni in cui la globalizzazione e il web hanno invaso le nostre abitudini, ha perso un po’ di quel fascino che contraddistingueva il mercato fino all’inizio del XXI secolo. Ciononostante rimane un must da visitare in uno dei tanti walking tour domenicali in giro per Roma.

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