C’è la Roma del glorioso Impero romano e quella delle grandi opere rinascimentali, la Roma dei papi e quella più razionalista e moderna legata al ventennio fascista.
Oltre a tutte questi volti, ognuno con il suo fascino immortale e le sue bellezze architettoniche che da centinaia di anni attirano visitatori da tutto il mondo, Roma ha anche un tratto spiccatamente industriale, sviluppatosi e rafforzatosi a cavallo tra la XIX e XX secolo nella zona del Porto Fluviale, sulle rive sud del Tevere.
All’indomani dell’Unità di Italia e del trasferimento a Roma della capitale, si fa sempre più urgente infatti il bisogno di adeguare la città eterna alle altre capitali europee sviluppando il comparto delle attività produttive. E’ per tale ragione che, uno dopo l’altro, a seguito del piano regolatore del 1873 prima e del 1909 poi, in una zona già ben servita dai trasporti, sorgono infrastrutture ed edifici giunti fino ai giorni nostri; in poco più di 40 anni nascono, tra gli altri, il Mattatoio, il Ponte di Ferro, il Gazometro, fabbriche e laboratori che si occupavano di diversi comparti produttivi e i Mercati Generali.
La storia della Centrale Elettrica Montemartini
Tra i complessi industriali giunti fino a noi e visitabili in uno dei tanti Tour di Roma a piedi che Roma Visite Guidate organizza nei quartieri di Ostiense e Testaccio, c’è la Centrale Elettrica Montemartini. Inaugurata nel 1912 e dismessa nel 1963, è oggi uno splendido esempio di riconversione di un edificio industriale in sede museale, diventando il secondo polo dei Musei Capitolini a partire dal 1997.
Fu il primo impianto pubblico di Roma per la produzione di energia elettrica e poteva giovare del vicino e continuo approvvigionamento d’acqua dal fiume Tevere. In grado di servire in modo efficiente la città, nel corso della seconda guerra mondiale l’impianto si salvò dai bombardamenti alleati e dai sabotaggi nazisti, rimanendo così l’unica centrale elettrica sulla quale Roma poté fare affidamento.
La Centrale Elettrica Montemartini oggi
In pieno boom economico, agli inizi degli anni 60, la centrale diventa però obsoleta; rimarrà chiusa per 30 anni, fino a quando non viene approvato e portato avanti un progetto di recupero degli spazi: le sale macchine vengono trasformati in spazi espositivi e gli altri ambienti convertiti in uffici, laboratori e magazzini. Il nuovo spazio museale è così inaugurato nel 1997 e da quel momento al suo interno si susseguono mostre permanenti ed esposizioni.
Oggi la Centrale Montemartini, con le sue Sale dai preziosi arredi in stile Liberty e i macchinari dell’epoca, ospita una considerevole parte delle sculture dell’antichità classica tornate alla luce nel corso degli scavi eseguiti a Roma tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento ed è meta apprezzata di turisti stranieri e romani che non smettono mai di sorprendersi, desiderosi di conoscere cose sempre nuove sulla loro città.