Vi rechereste mai a visitare una Fontana denominata “Fontana del Mosè Brutto”?
Forse no, o magari, incuriositi dal nome, vorreste andare a vederla.
Ma perché questo nome così insolito, con una accezione sicuramente negativa, per un monumento dalla rilevante importanza storica?
Innanzitutto si deve specificare che il vero nome della Fontana è Fontana dell’Acqua Felice. Fu ultimata nel 1587 su progetto di Domenico Fontana, sotto il pontificato di Felice Peretti, papa Sisto V, che voleva rifornire di acqua corrente i rioni che stavano nascendo sul Quirinale e sui colli del Viminale e dell’Esquilino. Sotto il suo pontificato infatti papa Sisto V costruì un nuovo acquedotto ripristinando parte dell’antico acquedotto Alessandrino.
La storia della fontana dell’Acqua Felice
La fontana, che oggi si trova in Piazza San Bernardo, all’incrocio tra Via XX Settembre e Via del Quirinale, ripropone la forma di un arco a tre nicchie; vennero utilizzati materiali quali travertino, marmo e stucco, prelevati all’epoca dalle Terme di Diocleziano.
Nella nicchia centrale è collocata la colossale statua del Mosè, opera di Prospero Antichi e di Leonardo Sormani che la terminò. Il profeta è qui raffigurato nel gesto di indicare con la mano destra le acque che sgorgano miracolosamente dalla roccia, secondo quanto narrato nella Bibbia.
Nelle due arcate laterali si trovano invece gli altorilievi che illustrano episodi biblici relativi ad Aronne e Gedeone. Le vasche furono ornate in origine da quattro leoni egiziani stilizzati realizzati in porfido e marmo provenienti rispettivamente dal Pantheon e dal Laterano, sostituiti poi nel 1850 con altri in marmo bardiglio, da cui zampillava l’acqua che ricadeva poi sui tre vasconi rettangolari.
La fontana era ed è tutt’oggi sormontata dallo stemma papale sorretto dai due angeloni. Per proteggere le vasche fu posizionata una balaustra in travertino.
Le critiche alla Fontana e il Mosè brutto
La scultura raffigurante il Mosè, posta al centro della Fontana, non fu mai apprezzata dalla critica, tanto che gli stessi romani cominciarono ad appellarla come “Fontana del Mosè Brutto”.
Il motivo è facilmente intuibile: il Mosè della Fontana appare sgraziato e tozzo, se paragonato al ben più rinomato Mosè di Michelangelo, scolpito parecchi anni prima e considerato tra i più alti capolavori d’arte di tutti i tempi.
Inoltre il suo autore commise anche un errore clamoroso nel scolpirla: nel momento in cui avvenne il miracolo delle acque, Mosè ancora non aveva ricevuto le Tavole della Legge, che invece nella sua scultura tiene nella mano sinistra.
Una leggenda, poi rivelatasi priva di fondamento, narrava addirittura che Sormani, autore finale della statua, si fosse suicidato a causa della bruttezza della statua.
Come organizzare una visita alla fontana
Questa storia crediamo vi abbia fatto incuriosire a tal punto da considerare l’idea di dedicargli una visita.
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La Fontana infatti è comunque degna di interesse, in quanto risultato degli interventi scultorei e architettonici di artisti importanti e rappresenta anche la prima fontana di Roma costruita appositamente con funzione di mostra d’acqua.