Uno degli angoli più belli di Roma. Non stiamo parlando di un monumento, di una chiesa o di una fontana. Stiamo invece per raccontarvi di un quartiere unico nel suo genere, il quartiere Coppedè dove si incontrano arte Liberty, Art Decò con elementi di carattere gotico, bizantino e barocco.
Perché si chiama Quartiere Coppedè?
Il quartiere venne costruito e progettato nelle prime decadi del secolo scorso, tra il 1915 ed il 1927. L’idea venne all’architetto Gino Coppedè, che dovette realizzare un’area abitativa adiacente a piazza Quadrata.
In realtà non è un vero e proprio quartiere, ma piuttosto un isolato composto da 17 villini e 26 palazzine.
La sua idea venne in parte modificata dalle richieste della soprintendenza dell’epoca che volle dare un’impronta romana al quartiere con cornici ed archi che rimandavano alla Roma Imperiale.
Infatti l’ingresso del quartiere è rappresentato da un grande arco che conduce a piazza Mincio con la famosa Fontana delle Rane, famosa anche per il bagno dei Beatles alla fine degli anni 60.
Ma il vero mix di linguaggi architettonici appare nei cosiddetti Villini delle Fate, con vari materiali utilizzati come marmo, laterizi, vetro e terracotta.
I Villini sono l’emblema del “quartiere” e rappresentano l’esperimento architettonico più originale del secolo scorso, ed inoltre questi tre edifici con le loro pregevoli decorazioni, torrette e piccole logge omaggiano Firenze, Roma e Venezia attraverso simboli e personaggi che ricordano le tre città.
Per omaggiare la città lagunare venne rappresentato in via Brenta il leone di San Marco; su un altro lato troviamo la lupa con Romolo e Remo, ed infine per Firenze furono raffigurati Dante, Petrarca e S. Maria in Fiore. L’idea iniziale dell’architetto fiorentino era quello di dedicarlo ai ceti medio alti, ma la fine della grande guerra cambiò molte cose; infatti tutto l’isolato con le sue fantastiche opere divenne simbolo della società altoborghese, per rappresentare il lusso e lo sfarzo.
Un luogo che nessuno si aspetta di trovare a Roma
il quartiere Coppedè nasconde anche un lato esoterico, al punto da essere scelto come sfondo da Dario Argento per alcuni suoi film, ( inferno e l’uccello dele piume). Infatti si narra che l’architetto Coppedè facesse parte della massoneria, e, come in in libro giallo, avrebbe disseminato il quartire di simboli esoterici. Ad esempio il lampadario che ci accoglie nel quartiere rappresenta l’inizio del viaggio per un massone, i quali vengono anche definiti “figli della luce”, un viaggio che deve portarli alla ricerca della conoscenza.
Per i massoni erra il viaggio alla ricerca della conoscenza, per noi invece un viaggio nel quartiere Coppedè un viaggio dentro Roma, ma non la Roma classica che noi tutti conosciamo, ma una Roma diversa, dove il miscuglio di arti ci consente di ammirare dei veri capolavori, frutto dell’immaginazione di un grande architetto fiorentino, Gino Coppedè. Un luogo da scoprire insieme a Roma Visite Guidate.